giovedì 28 gennaio 2010

Escursione nella Val di Cengia, nelle Dolomiti














Escursione Nella Val di Cengia, nelle Dolomiti

La foto di sinistra fu scattata sul pianoro finale della Valle. In alto si notano le caverne che ospitavano il Comando di truppa degli Alpini














Quando avevo 38 anni, ossia nel 1973, nel corso di un soggiorno estivo in agosto a Dobbiaco, effettuai con il più grande dei miei figli, Paolo, allora dodicenne, un'escursione alle Tre Cime di Lavaredo. Lasciata l'auto sul piazzale antistante il Rifugio Auronzo, ci incamminammo lungo il sentiero che corre alla base delle Tre Cime sino a raggiungere il Rifugio Lavaredo, posto ai piedi del Monte Paterno. Questo è uno dei luoghi ove si è combattuta aspramente la prima Guerra mondiale nella zona delle Dolomiti. Esso infatti è attraversato da diverse gallerie scavate nella roccia dagli Alpini per azioni di offesa e difesa e in tutta la zona sono tuttora visibili i resti di quelle che furono trincee, baraccamenti e camminamenti sulle rocce. Lasciato il Rifugio Lavaredo ci inoltrammo in una valle silenziosa e aspra; un paesaggio quasi spettrale, senza un filo di verde. Al termine del sentiero che ci portò nella zona retrostante il Monte Paterno, giungemmo su un pianoro circondato da pareti rocciose e scoscese, disposto a forma di conca. Qui fummo attratti da una stele eretta dopo la prima Guerra mondiale in ricordo degli alpini travolti e uccisi dalle valanghe; sulle fiancate laterali e sovrastanti il pianoro erano ben visibili i resti delle fortificazioni militari che noi andammo subito ad esplorare. Notammo che sul pianoro il terreno era in gran parte ricoperto da barattoli e scatolette arrugginite gettate dagli Alpini fuori dalle trincee sovrastanti, ovviamente dopo averne consumato il contenuto, e fatte rotolare lungo le pareti scoscese. La scoperta di residuati, pur sempre bellici, conservatisi per quasi sessanta anni, come pure l'aver trovato una caverna sede di un Comando di truppa con ancora la targa murata sulla roccia e aver camminato all'interno di quelle che erano state trincee , ci scosse profondamente perchè ci rendemmo conto di quanta fosse stata la sofferenza imposta ai combattenti e quanti sacrifici di vite umane fossero stati causati dalla cruenta guerra combattuta tra quelle montagne. L'escursione fu molto bella ma un velo di tristezza riempi i nostri cuori al pensiero di quante sofferenze patirono molti dei nostri fratelli per onorare il Tricolore. Ugo__________________
Alpini
Avete sul cappello la penna di un rapace,
ma combattete per portar la pace!
Nel vostro cuore non c'è solo Amore,
ma anche la forza che vi da il Signore!
Quando la montagna iniziate a scalare
par che in Paradiso vogliate arrivare.
Giunti al rifugio
si rompe ogni indugio
e mentre un canto s'intona
e la montagna attorno tuona
il pensiero corre veloce
a color che lassù, di quella Croce
han fatto la loro voc
A color che su questi monti
col nemico han saldato i conti
e son felici perchè san
che la penna dell 'alpin
al cuor di Dio è sempre vicin!
Maria Grazia Napoli in Labate
(Spiazzo, 3 ° Raduno Alpini, 30 luglio 2000)

1 commento:

  1. accurata e attenta la tua spiegazione sull'escursione alla tre cime.
    un ottimo documento sia pratico che emotivo per chi intendesse programmare una gita.
    ciaooo Ugo, felice di ritrovarti qui sul tuo blog... io e Farida ricambiamo i vostri graditissimi saluti in picasa... un bacione a entrambi e in gamba...

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